Terapie e trattamenti per la sclerosi multipla Associazione Italiana Sclerosi Multipla
La diagnosi precoce e il conseguente trattamento chirurgico di paratiroidectomia (10) generalmente normalizza la PA. Non bisogna tuttavia dimenticare le forme di iperparatiroidismo iatrogeno, indotto paradossalmente da farmaci anti-ipertensivi come i diuretici (furosemide), molto frequente nella popolazione anziana (14). Conclusione Nei pazienti con CHF risulta fondamentale la valutazione della presenza di deficit ormonali singoli o multipli, che possono essere in alcuni casi la causa stessa del quadro di scompenso cardiaco.
- Gli antinfiammatori non steroidei (FANS) sono farmaci utilizzati per alleviare il dolore (analgesici) ridurre l’infiammazione (antiflogistici), abbassare la temperatura corporea in caso di febbre (antipiretici).
- Si manifestano con sbalzi d’umore, difficoltà a prendere sonno, ansia o irritabilità, soprattutto con il trattamento in dosi elevate o a lungo termine.
- Una revisione sistematica di 29 studi12 ha confermato l’efficacia dello steroide inalatorio nel bambino con wheezing ricorrente in età prescolare con riduzione fino al 40% delle riacutizzazioni.
- Sebbene i FANS siano usati da gran parte della popolazione, non sono adatti a tutti e possono a volte provocare effetti indesiderati.
- TacalcitoloE’ un altro analogo della vitamina D3, agisce sempre attraverso l’inibizione della proliferazione dei cheratinociti.
- Tra l’1 e il 4% di pazienti che subiscono un’infiltrazione intrarticolare di corticosteroidi si sviluppa un processo infiammatorio localizzato dopo poche ore dall’infiltrazione che si risolve spontaneamente o con farmaci antiinfiammatori non steroidei (di seguito NSAIDs) e ghiaccio.
I farmaci antinfiammatori steroidei agiscono bloccando la sintesi delle prostaglandine pro–infiammatorie, responsabili di edema, eritema e dolore. CalcipotrioloE’ un analogo sintetico della vitamina D3, inibisce la proliferazione dei cheratinociti stimolandone la corretta maturazione, senza rischio di comparsa di effetti collaterali significativi. Già negli anni ’60/’70, gli atleti si accorsero che con l’uso di questi farmaci leprestazioni aumentavano e, tra l’altro, a differenza di oggi, tale uso non costituiva un vero e proprio problema legale.
Anabolizzanti steroidei: uno studio olandese
L’ipertiroidismo determina un aumento della risposta endotelio-dipendente, secondario allo stress di parete indotto dalla circolazione iperdinamica e contribuisce a ridurre la resistenza vascolare. Viceversa, l’ipotiroidismo è accompagnato a una marcata diminuzione della sensibilità agli agonisti simpatici, con conseguente aumento della resistenza vascolare periferica e della rigidità arteriosa. Inoltre, in modelli animali l’ipotiroidismo riduce la vasodilatazione endotelio-dipendente mediata dall’ossido nitrico (1). L’ipertensione secondaria a disturbi della tiroide è di solito reversibile con il ripristino dello stato di eutiroidismo, ma in alcuni casi è necessario trattare farmacologicamente l’ipertensione. La minimizzazione della terapia steroidea ha da sempre rappresentato uno degli obiettivi principali dei protocolli immunosoppressivi dopo trapianto di rene, e questo a causa dei suoi numerosi effetti collaterali. Oggi, l’impiego di una dose giornaliera di prednisone ulteriormente ridotta (5 mg) viene da molti considerato un giusto compromesso tra tossicità ed efficacia.
- I farmaci antinfiammatori servono a ridurre un’infiammazione, la reazione con cui l’organismo cerca di prevenire la diffusione di un’infezione.
- La diagnosi di NASH richiede la presenza di steatosi, ballooning e infiammazione lobulare (31-33).
- Esistono differenti tipologie di FANS, che si distinguono in base al particolare tipo di COX su cui agiscono.
- Gli antinfiammatori steroidei (cortisonici o corticosteroidi) derivano dal cortisone e agiscono bloccando il processo infiammatorio.
Fino all’81,7% di tutti i pazienti fachici sviluppò o ebbe una progressione della cataratta. Va notato come il miglioramento nell’acuità visiva fu recuperato dopo l’intervento di estrazione della cataratta, con risultati visivi a lungo termine paragonabili a quelli dei pazienti già pseudofachici prima dell’iniezione di fluocinolone. L’edema maculare diabetico (EMD) rimane ad oggi la principale causa di perdita della visione nei paesi sviluppati, nonostante i continui progressi nella terapia sia del diabete mellito che della retinopatia diabetica. In un recente passato lo standard di trattamento per l’EMD era costituito dal laser focale o a griglia, efficace nel ridurre la probabilità di perdere 15 o più lettere di acuità visiva in 3 anni. Successivamente i farmaci inibitori del Vascular Endothelial Growth Factor (anti-VEGF) sono divenuti la prima linea di trattamento, essendo le iniezioni intravitreali mensili di anti-VEGF in grado di migliorare significativamente l’acuità visiva rispetto al solo trattamento laser (1).
Le terapie per le ricadute
La ricerca può essere effettuata attraverso il nome del farmaco o il principio attivo dello stesso. OKI®, principio attivo ketoprofene sale di lisina, è un farmaco appartenente alla famiglia dei farmaci anti-infiammatori non steroidei (conosciuti con l’acronimo FANS),… Se fino a qualche anno fa nel wheezing episodico virale si dava indicazione al trattamento con antileucotrienici come prima scelta, oggi le linee guida internazionali,4,10 per il trattamento del bambino in età pre- prescolare, indicano gli steroidi per via inalatoria o gli antileucotrienici. D’altronde, come dichiarato da Bush,7 luminare della medicina respiratoria pediatrica, da una parte nessun adulto è mai deceduto per 1 cm di altezza in meno, mentre rifiutare una terapia con steroidi può avere effetti anche fatali. E d’altra parte non è da sottovalutare che un’asma non controllata può anch’essa avere come conseguenza una riduzione della crescita rispetto alle attese, indipendentemente dalla terapia con steroidi inalatori. I farmaci antinfiammatoriservono a ridurre un’infiammazione, la reazione con cui l’organismo cerca di prevenire la diffusione di un’infezione.
Una singola iniezione intravitreale può rimanere clinicamente attiva per 3 mesi, ma la durata è sensibilmente ridotta in occhi vitrectomizzati. Nella pratica clinica del fisioterapista è necessario considerare la possibilità di trovarsi difronte a problemi muscoloscheletrici indotti da farmaci. Come precedentemente affermato, i bifosfonati, i granulociti, la ciclosporina e il tacrolimus possono essere la causa di dolore osseo ma anche altri farmaci possono indurre altri disturbi ossei specifici. Il precoce riconoscimento di effetti avversi eviterebbe esami superflui, l’identificazione dell’agente causale permetterebbe inoltre una rapida risoluzione della sintomatologia. Il fisioterapista deve quindi sempre considerare, nel delicato momento clinico del processo diagnostico, una potenziale origine iatrogena del disturbo muscoloscheletrico o reumatologico(5).
Anch’essa si manifesta come una miopatia asintomatica ma che degenera nel corso del tempo con un’ingravescente debolezza dei muscoli prossimali di gambe e braccia. Data la componente degenerativa neurologica del disturbo sebbene il miglioramento è visibile dopo 3-6 mesi dall’interruzione della terapia, il recupero potrebbe essere incompleto (70). Tra l’1 e il 4% di pazienti che subiscono un’infiltrazione intrarticolare di corticosteroidi https://asaanretail.pk/blog/effetti-collaterali-dell-iniezione-di-stanozololo/ si sviluppa un processo infiammatorio localizzato dopo poche ore dall’infiltrazione che si risolve spontaneamente o con farmaci antiinfiammatori non steroidei (di seguito NSAIDs) e ghiaccio. Dal momento che l’artrite settica è la complicazione maggiormente temuta post infiltrazione, bisogna identificare i soggetti maggiormente a rischio di questa rara complicazione, che sono i pazienti reumatici che ricevono farmaci citotossici (18)(5).
FANS, farmaci antinfiammatori non steroidei
Il processo infiammatorio serve a contrastare il danno e favorire la riparazione tissutale. Un’altra variabile da tenere in assoluta considerazione risiede nella interazione con altri farmaci, e con la possibilità che si produca una interferenza con la loro azione. È questo il caso dei farmaci anticoagulanti, antidiabetici, anticonvulsivanti, antiretrovirali, FANS, vaccini vivi e broncodilatatori. Sono farmaci ad assoluta gestione medico specialistica e non devono mai essere assunti in autonomia da parte dei pazienti. I sintomi di un sovradosaggio possono manifestarsi entro ore dall’assunzione di ibuprofene. In seguito all’assunzione di ibuprofene, può manifestare capogiro, sonnolenza, affaticamento e disturbi della vista.
Quali sono quindi gli effetti collaterali dei FANS selettivi?
Un basso livello di T3 nei pazienti con IRC è collegato con disfunzione endoteliale, aterosclerosi e alterazioni cardiache. Inoltre, un basso livello sierico di FT3 è stato collegato con aumentata mortalità cardio-vascolare nei pazienti in emodialisi (67). Le variazioni delle concentrazioni ormonali sono maggiori in corso di emodialisi rispetto alla dialisi peritoneale, dove i valori sono prossimi a quelli del soggetto sano. Le tossine uremiche (urea, creatinina, indoli, fenoli) inducono una disfunzione del recettore del TSH e del recettore nucleare di T3, alterando la risposta del TSH al TRH e la fisiologica risposta tissutale al T3 (68,69). Ipertensione nell’acromegalia Si manifesta nel 20-40% dei pazienti acromegalici, specie di età avanzata e con storia di malattia di più lunga durata (3). L’ipertensione può diventare complicata o resistente quando l’acromegalia si associa alla sindrome delle apnee notturne.
L’ISTITUTO MARIO NEGRI – La farmacologia al servizio delle persone
I FANS sono impiegati generalmente per alleviare i sintomi del mal di testa, del ciclo mestruale doloroso (dismenorrea), di strappi muscolari, del raffreddore e dell’influenza, dell’artrite e di altre malattie che causano dolore cronico. Inoltre, avendo caratteristiche antiaggreganti, sono sconsigliati nelle persone che hanno patologie coagulative e/o assumono anticoagulanti (es. Coumadin®), poiché possono andare ad interagire con il farmaco stesso, alterando i tempi di coagulazione. I FANS si accomunano per una serie di effetti collaterali che li caratterizzano, e che fanno sì che alcuni siano indicati per alcune tipologie di persone mentre altri no. In generale, quasi tutti i FANS sono accomunati dalla gastrolesività e sono quindi controindicati nelle persone che sono affette da ulcere gastriche e duodenali.
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